“E diventata una sfida largamente aberrante: non ritengo che uno degli obiettivi della riforma debba essere tagliare il numero dei parlamentari ma avere un sistema più snello e un Senato rappresentativo delle realtà territoriali”. Così il presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano, intervenendo sul referendum e sulla riforma costituzionale, nellambito di ’Porta a Porta’. “Su questi argomenti ha aggiunto Napolitano – mi sono speso moltissimo e vi trasmetto questo messaggio in serena coscienza:voterò sì per l’approvazione di questa riforma”. Poi, facendo un raffronto rispetto al momento in cui venne approvato l’Italicum fu approvato, il Presidente emerito ha affermato che “è molto cambiato il contesto politico: ci sono tre raggruppamenti in gara” e in tre si spartirebbero il cento per cento dei voti e al ballottaggio chi prendesse anche solo il 29 per cento, rispetto al concorrente, avrebbe una tale prevalenza che non va bene per nessun partito. Da parte del Partito democratico è stato annunciato un cambiamento e io sono favorevole a questo cambiamento. Non si vota pro o contro questo governo ha spiegato – Si votaquello che è scritto nella legge. L’occasione per giudicare Renzi ci sarà con le prossime elezioni che al momento si terranno nel 2018″. Infine, sulla fase di stallo della produttività del Paese rispetto alla crescita dei partner europei, lex Capo dello Stato ha affermato che “è in parte dovuta all’instabilità dei governi e anche alla forte contrapposizione, litigiosità, spirito di fazione che ha caratterizzato una lotta politica in cui siamo stati molto divisi, con l’effetto che non c’è stata continuità nell’azione di governo. Perciò – ha concluso Napolitano -è importante questa riforma: non è che si facciano miracoli, ma si fanno passi in avanti. D’altronde, cosa facciamo? Dopo tutto quello che abbiamo lavorato per tre anni, lo buttiamo al vento?”. “Rischi di una crisi finanziaria ci sono sempre e in questa fase possono anche accrescersi.Non vorremmo vedersi rialzare lo spread. Dobbiamo stare attenti, comunque vada il referendum”. Ma, avverte ancora Napolitano, bisogna stare attenti” perché abbiamo grandi potenzialità e non c’è una condanna al declino e all’emarginazione dell’Italia e dell’Europa, peròle prove saranno difficili e molto dure e noi su alcuni interessi obiettivi fondamentali comuni dobbiamo riuscire a trovare delle adeguate convergenzeanche mantenendo la rispettiva collocazione al governo e all’opposizione”.
M.