“Ci sono timidi segnali di ripresa interessanti. Bisogna fare i conti con le potenzialità del Paese a partire dal Mezzogiorno usando al meglio i fondi di coesione su tre grandi questioni: infrastrutture, riattivazione degli investimenti privati e grande attenzione alla politica offerta per la competitività delle imprese. Inoltre si pone al tempo stesso la questione temporale, ovvero in quanto tempo riusciamo a farlo, accelerando con strumenti uguali per tutto il Paese ma con intensità rilevante per il Sud”. Commentando positivamente gli esiti del rapporto Check-up Mezzogiorno, Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria, annuncia che il Sud “riparte con vitalità” grazie a un aumento delle imprese e dell’export, ma “pesano le incertezze”. Tuttavia, dal rapporto stilato da Viale dellAstronomia si evince che le previsioni sulla crescita del Pil al Sud restano di poco positive (+0,3% nel 2016), ma le incognite rimangono elevate, sia per fattori interni, sia di instabilità internazionale. Conforta il dato secondo il quale, il numero delle imprese nel Mezzogiorno torna a crescere, e per la prima volta dal 2008, il saldo torna positivo al Sud (+0,6% con oltre 10 mila imprese in più tra il secondo trimestre 2015 e il secondo trimestre 2016), con poco meno di 1 milione 700 mila imprese in attività, anche grazie alla robusta riduzione dei fallimenti in quasi tutte le regioni. Anche se lievemente, migliora anche il tasso di occupazione nel primo trimestre del 2016, salito di 0,6 punti percentuali rispetto al primo trimestre 2015, con oltre 50 mila occupati in più, ma la crescita degli occupati a tempo indeterminato, che ha contribuito non poco a consolidare la fiducia nel corso del 2015, sembra frenare nei primi mesi del 2016, anche a causa della riduzione dell’effetto degli sgravi contributivi. Le assunzioni agevolate nei primi cinque mesi si sono ridotte, infatti, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, di circa il 57%. Ma il record positivo è rappresentato dalle esportazioni, in relazione al trimestre del 2016, anche se non mancano delle ombre. Nel complesso, infatti, rispetto al primo trimestre del 2015, l’export meridionale cresce del 2,5% -a fronte di una sostanziale stazionarietà del dato nazionale. In particolare, l’andamento dell’export dei distretti meridionali si conferma positivo, con un aumento medio dell’8,3%, superiore a quello medio dei distretti del Centro Nord, comprensivi tra il 3 e il 5%. Ma all’interno della macro area si rafforza la differenziazione dei risultati. Calano, infatti, le esportazioni in Campania, Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna, mentre crescono in Abruzzo, Molise e Basilicata: aumenta in maniera significativa l’export dell’automotive (+32,9%) e dell’elettronica (+22,2%) ma continua il calo dei prodotti della raffinazione (-27,45), dei prodotti chimici e farmaceutici e, per la prima volta subisce una piccola battuta d’arresto l’agroalimentare (-2,4%), settore cresciuto ininterrottamente anche negli anni della crisi.