Dopo il sold out milanese con uno show che ha letteralmente mandato in visibilio gli oltre 100mila fan accorsi al San Siro, domani sera Reunion, il concertone con il quale i Pooh si congedano dal loro pubblico passa per lo Stadio Olimpico di Roma. Massicce le misure di sicurezza in campo, a far da contraltare alla paciosa platea romana, composta da un pubblico anagraficamente trasversale: è il segno della capacità artistica e della bontà di un far musica che in 50 anni non ha mai smesso di attrarre affetto ed ammirazione. Robi, Dodi, Red, Stefano ed il ritrovato Riccardo Fogli sul palco non si risparmieranno: una scaletta con 50 successi per quasi 3 ore di concerto, il minimo per rinverdire ai fans cosa e quanto, i nostri, hanno dato in questi decenni di onorata attività. Da sempre innovatori nel mondo delle sette note, i Pooh hanno optato per lautoproduzione (sia che discografica che live) sin dagli anni 70, riuscendo così a gestire con il massimo profitto, soprattutto in termini tecnico-strumentali, la loro invidiabile professionalità. La loro lunghissima ed irripetibile carriera è costellata da incredibili record: dalle vendite dei dischi (platino, oro e argento), al numero dei concerti effettuati in giro per il mondo, agli infiniti premi ricevuti (dai mitici Telegatti al Festival di Sanremo). A noi piace però sottolineare soprattutto la loro attività sociale che, dal Telethon al Wwf, li ha sempre trovati in prima linea rispetto alle mille difficoltà che attanagliano le persone meno fortunate di noi. Una grande festa, quella di domani allo Stadio Olimpico, che non mancherà di suscitare commozioni. Il pensiero, doveroso, corre anche a Valerio Negrini, fondatore della band prematuramente scomparso, ed autore dei testi di maggior successo. Giù il cappello
M.