‘SE L’AUSTRIA NON RICOLLOCA CI SARANNO CONSEGUENZE, NESSUN PAESE PUÒ DECIDERE AUTONOMAMENTE’, AVVERTE LA PORTAVOCE DELLA COMMISSIONE PER LE POLITICHE MIGRATORIE

“Nessun Paese dell’Unione europea, naturalmente, può decidere di ritirarsi unilateralmente dalle decisioni del Consiglio; può decidere diagire al di fuori della legge, cosa che troveremmo profondamente spiacevole e non priva di conseguenze”. Dopo l’intenzione da parte dell’Austria di ‘tirarsi fuori’ dai ricollocamenti dei rifugiati da Italia e Grecia (come precedentemente concordato col Consiglio Ue), oggi a Bruxelles, incontrando la stampa Natasha Bertaud – portavoce della Commissione europea per le politiche migratorie – ha commentato la spinosa situazione. “Da quello che capiamo – ha affermato la Bertaud – c’è un dibattito in Austria in cui la Commissione non è coinvolta. Nel frattempo la nostra posizione sugli obblighi degli Stati membri di rispettare i loro impegni sui ricollocamenti è chiara: la politica europea sulle migrazioni si fonda sulla solidarietà e i ricollocamenti ne sono un elemento assolutamente essenziale. E’ vero – prosegue la portavoce – che l’Austria aveva già accolto un numero molto grande di rifugiati negli anni precedenti e che in ragione di questo l’Austria aveva beneficiato di un’esenzione temporanea dalle decisioni sui ricollocamenti. L’esenzione è scaduta, cosa che significa che ci aspettiamo che l’Austria rispetti il suo obbligo, a norma delle decisioni del Consiglio, di iniziare con i ricollocamenti”. 

M.