‘SARETE FIERI DEL VOSTRO PRESIDENTE: GLI AMERICANI PRIMA DI TUTTO. ANDREMO D’ACCORDO CON TUTTI E CI RIPRENDEREMO I NOSTRI SOGNI’, DONALD TRUMP È IL 45MO PRESIDENTE USA

“Mi impegno ad essere il presidente di tutti gli americani. I dimenticati di questo Paese non lo saranno più. Dobbiamo riprendere il destino del nostro Paese, abbiamo tanti sogni e li rivogliamo indietro. Raddoppieremo la crescita economica. Terremo sempre al primo posto gli americani ma andremo d’accordo con tutti. Cercheremo il dialogo, non lo scontro. Vi prometto che faremo un eccellente lavoro, inizieremo subito a lavorare. Sarete fieri del vostro presidente”. Sono alcuni passaggi del primo discorso da presidente fatto a caldo da Donald Trump, che ‘a sorpresa’ ha sbaragliato la rivale Hillary Clinton, guadagnandosi (oltre che alla maggioranza di Camera e Senato) così di diritto la stanza dei bottoni all’interno della Casa Bianca. Trump, che è il 45mo presidente degli Stati Uniti d’America, ha come vice Mike Pence, che ha a sua volta salutato la folla entusiasta arringandola: “Questa è una notte storica. Il popolo americano ha parlato ed ha eletto il suo presidente”. Il tycoon newyorchese, dopo aver tessuto cavallerescamente l’elogio alla sua avversaria (“La ringrazio seriamente per quanto ha fatto per il paese”), ha tenuto a ringraziare l’ex sindaco di New York Rudolph Giuliani e il governatore del New Jersey, Chris Christie, invitati a salire sul palco dal presidente eletto. La lunga lista delle personalità alle quali Trump ha reso omaggio, presenti anche loro nel quartier generale newyorchese dove è stata celebrata la vittoria, ha compreso anche il senatore Jeff Sessions, Ben Carson, Mike Huckabee, il generale Mike Flynn e il presidente del Republican National Committee, Reince Priebus, che prendendo brevemente il microfono ha salutato Trump come “il prossimo presidente degli Stati Uniti”. Hillary dal canto suo ha preferito tacere, deludendo quanti sono rimasti ore ad aspettarla. Ma ha fatto sapere che parlerà nelle prossime ore. Una vittoria quella di Trump che incarna il tipico sogno americano dell’uomo che si è fatto da solo. Singolare l’enorme partecipazione della cosiddetta classe operaia, a dispetto di una approssimativa valutazione sul suo convincimento elettorale, che media e sondaggisti davano per disastroso. In America, come in Europa c’è da prendere atto dell’evidente scollamento delle popolazioni dalla cosiddetta politica di mestiere. E’ forse il caso di ripensare tutto.

M.