Farà sicuramente discutere il rapporto stilato dallOcse sull’Italia, presentato al Mef oggi a Roma, dal quale, poiché l’Italia rischia di vedere il suo debito crescere fino al 140% del Pil, emergono alcune indicazioni da adottare, come: reintrodurrele tasse sulle prime case, e lavorare per un ritorno dei tassi di interesse reali ai livelli pre-crisi, intorno al 4,4%. Il segretario generale dellOcse, Angel Gurria, presentando il rapporto ha inoltre tenuto a sottolineare quanto le finanze italiane sono vulnerabili al rialzo dei tassi, e che “l’evasione fiscale è il tallone d’Achille dell’Italia”. Per stabilizzare il debito al livello attuale, si spiega, l’avanzo primario dovrebbe aumentare al 2% del Pil mentre la crescita del PIL reale dovrebbe salire a quasi il 1,4%. Il rapporto Ocse spiega poi che, dopo il +0,9% registrato lo scorso anno,nel 2017 e nel 2018 la crescita del Pil italianodovrebbe attestarsi al +1,0%. Sul fronte del deficit l’organizzazione stima inoltre un leggero calo al 2,3% del Pil nel 2017 e al 2,2 nel 2018. Questione debito: l’Ocse vede il tetto nel 2016 al 132,8% del Pil con una minima riduzione quest’anno al 132,7% e al 132,1% nel 2018. Fra gli altri dati, il calo della disoccupazione all’11,1% quest’anno e al 10,7% nel 2018. Come dicevamo, nel mirino dell’Ocse, in virtù della ’favorevole alla crescita’, diviene prioritario il ricorso alla tassazione degli immobili residenziali. Una tassazione che il rapporto definisce “sottoutilizzata” in Italia dove, secondo lOcse, l’abolizione di Imu e Tasi sulle prime case rappresenta “un passo indietro”. Il rapporto invita quindi il nostro paese a “reintrodurre le tasse sulle prime casecosì da generare lo spazio fiscale per ridurre la tassazione sulle attività produttive”. Ponendo poi l’accento sul rinvio della revisione delle rendite catastali, l’Ocse invita il governo a procedere “con regolarità a rivedere il valore imponibile delle proprietà immobiliari” per evitare disuguaglianze. Riferendosi agli utlimi tempi lOcse spiega che L’Italiaha varato numerose riforme strutturalima per aumentare in maniera stabile la produttività servono una P.A. più efficiente, un ambiente migliore per il business, più innovazione e maggiore concorrenza, oltre a una migliore corrispondenza tra domanda e offerta di competenze”.