‘Papa Francesco è il mio capo politico’, spiega Silvestri

    Un programma davvero interessante ‘Beati voi: 10 Comandamenti’, proposto da Tv2000, nel quale analizzando ciascuno dei comandamenti viene coinvolto un ospite importante in studio. 
    Nella puntata dedicata al Comandamento che impone di ‘Non rubare’ è stata la volta del bravissimo cantautore capitolino Daniele Silvestri. 
    Da sempre sensibile ed attento alle problematiche sociali, come ben spiega la sua toccante e recente performance sanremese con ‘Argento vivo’ (nel corso della quale ha dato spazio a ’Rancore’, sicuramente il più innovativo ed arguto esponente dell’hip-hop capitolino, altro fine testimone della nostra tormentata società), il musicista ha tenuto a spiegare il clima di grande scontento che oggi condiziona e determina la nostra società: “Oggi l’economia determina il futuro dei poveri e delle società. Questo funziona da un punto di vista pratico ma il problema è che il mercato non ha un pensiero e non ha un cuore. Non c’è un pensiero di uomo, di società o di relazioni”. 
    Quello della dignità è il furto peggiore
    Quindi, entrando nello specifico del tema proposto dalla puntata Silvestri, ha affrontato il ’non rubare’ non tanto analizzandolo sotto il profilo meramente ’giuridico’, quanto morale, misurandosi in sostanza con il furto inteso come un diritto negato, spesso per mano di un ’sistema’ che poco guarda al sociale ed ai meno fortunati.
    Dunque Daniele ha commentato che “Uno dei furti più gravi commessi dalla società è il furto della dignità e in questo senso siamo tutti responsabili. Nella storia è sempre successo, anche se la storia dovrebbe progredire e il progresso dovrebbe renderci persone migliori e società migliori. Ci sono episodi, come quello dei Sikh indiani e tanti altri che riguardano il mondo del lavoro, dell’immigrazione, della discriminazione, che sono esempi di furti di dignità. Un Paese dovrebbe riuscire a mettere in campo tutti gli anticorpi possibili per evitare questo tipo di furto”.
    Citazioni colte ed attente poi culminate con un eloquente messaggio di coraggiosa e sentita ‘militanza’: ”Papa Francesco è il mio capo politico attuale”.
    Max