‘NON ME NE FREGA DEL MIO FUTURO, LA RIFORMA È PER I NOSTRI FIGLI. D’ALEMA SI LAMENTA? SE L’AVESSIMO ACCONTENTATO CON UNA POLTRONA…’, RENZI IN BASILICATA PER IL ‘SI’

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    “Nel mio cuore non c’è desiderio di fare chissà cos’altro dopo aver guidato il Paese, io non ho più bisogno di aggiungere una riga sul curriculum. Chi se ne frega di me?Non me ne frega niente del mio futuro, il referendum sulla riforma costituzionale non è per me ma per il futuro dei nostri figli”. Intervenendo a Matera nell’ambito di una lunga serie di incontri sul sì al referendum costituzionale, Matteo Renzi, oltre che quello legato al prossimo appuntamento elettorale,  ha affrontato più temi, alcuni dei quali legati anche alle beghe interne del Pd. “Hanno chiamato me al governo perché non sapevano dove sbattere la testa. Il Paese era bloccato, le riforme erano bloccate. Noi stiamo facendo quello per cui siamo stati chiamati, questa storia del referendum nasce dalla ragione sociale del governo”. E se il 4 dicembre “vince il no possiamo metterci un crocione sulle riforme. Se dipendesse dal Pd la vittoria sarebbe assicurata. Però non basta e quindii voti dobbiamo prenderli a destra, da Grillo e dagli altri partiti. Gli italiani devono essere convinti che la riforma è per il Paese, per i nostri figli. Per il premier urge non uscire dall’appuntamento referendario “conun’accozzaglia di tutti e senza una proposta alternativa”. Quindi Renzi si è poi concesso una divertente divagazione parafrasando la tv rispetto al “gioco coppie fantastico che ci è riuscito: abbiamo messo insieme Berlusconi e Travaglio, si amavano a loro insaputa: noi  siamo meglio di Maria De Filippi;  D’Alema e Grillo, Vendola e La Russa. Per una volta mettiamo al centro l’Italia e diamo noi le carte in Europa. Possiamo farcela”. Quindi l’argomento Europa “il mio obiettivo è quello di cercare di tenere insieme una terza via, ovvero una visione che non sia quella di MatteoSalvini – che urla contro l’Europa ma ogni 27 del mese riscuote lo stipendio da europarlamentare- e dall’altra non sia la visione tecnocratica alla Monti e del ’ce lo chiede l’Europa. Vogliamo un’Europa di valori condivisi – ha sottolineato il presidente del Consiglio non un’Europa degli egoismi che si concretizza solo quando c’è da riscuotere soldi”. Inevitabilmente, anche l’argomento M5S, in particolare, quello dei parlamentari: “Prendono il doppio del presidente del Consiglio. Se si dimezzano gli stipendi ’benvenuti nel club’… campate tranquillamente”. Poi, più tardi, stavolta parlando a Potenza, Renzi ha anche lanciato un monito chiaro e forte: “Manderemo a casa di tutti un depliant e tutti quelli che dicono che stiamo spendendo soldi pubblici per il depliant li quereliamo. Chiederemo il risarcimento danni e li daremo in beneficenza”. Nel corso di quest’incontri Renzi è tornato a togliersi qualche sassolino dalle scarpe: “Scusa presidente D’Alema, ma se eravate così bravi a fare una riforma in 6 mesi perché non l’avete fatta in 25 anni?”. Un’esclamazione che ha scatenato le invettive della platea all’indirizzo dell’ex segretario del Pd (“Manda via D’Alema, deve morire”), alle quali Renzi ha replicato con toni da paciere: “Boni, boni, se qui iniziamo già così… Non deve morire nessuno, tutti devono vivere. Buoni, state tranquilli. Se avessimo accontentato D’Alema con una delle poltrone che aveva chiesto non avrebbe fatto tutta questa confusione – ironizza ancora Renzi – Ma le riforme valgono più delle poltrone. D’Alema dice che il governo non può fare la riforma, ma si è dimenticato che ha firmato lui la riforma del governo quando era premier. Perché negli ultimi 25 anni D’Alema non ha mai fatto la riforma e ora vuole recuperare un ruolo?”.

    M.