“Prosegue la ripresa economica nell’area dell’euro. Il Pil in termini reali dell’area è aumentato in misura significativa nel primo trimestre del 2016. La crescita continua a essere sostenuta dalla domanda interna, mentre è frenata dalla debolezza delle esportazioni”. E quanto rivela attraverso il suo bollettino mensile la Bce. “I dati più recenti indicano una prosecuzione della crescita nel secondo trimestre, anche se a un ritmo che potrebbe essere inferiore rispetto al primo trimestre in prospettiva, il Consiglio direttivo si attende che la ripresa economica proceda a un ritmo moderato ma costante. La domanda interna si legge – continua a essere sorretta dalla trasmissione delle misure di politica monetaria all’economia reale. Condizioni di finanziamento favorevoli e miglioramenti della redditività delle imprese seguitano a promuovere gli investimenti”. Dunque, irischi al ribasso per la crescitadella zona euro sono “connessi allandamento delleconomia mondiale, allimminente referendum sulla permanenza della Gran Bretagna nellUnione europea e ad altri rischi geopolitici”. Tuttavia, le proiezioni macroeconomiche per l’area dell’euro formulate nel giugno 2016 della Banca centrale europea indicano un incremento annuo del Pil in termini reali pari all’1,6 per cento nel 2016 e all’1,7 nel 2017 e nel 2018, ricorda l’Eurotower. Rispetto allo scorso marzo, le prospettive di crescita del Pil in termini reali sono state riviste al rialzo per il 2016 e mantenute sostanzialmente invariate per il 2017 e il 2018. In base poi alle misure di politica monetaria attuate (e dello stimolo che deve ancora manifestare i suoi effetti), il Consiglio direttivo della Bce valuta protesi verso il basso i rischi per le prospettive di crescita dell’area dell’euro. Complici anche la valutazione media dei prezzi correnti dei contratti future per il petrolio, “è probabile che i tassi di inflazione restino molto bassi o negativi nei prossimi mesi per poi risalire nella seconda metà del 2016”. Quanto invece il debito italiano, il bollettino spiega che i giudizi della Commissione europea “sulla conformità con la regola relativa al debito non hanno considerato che le precedenti mancanze in materia di risanamento di bilancio costituissero un fattore aggravante né hanno quantificato in maniera esauriente l’impatto dei fattori rilevanti per assicurare che eventuali discrepanze rispetto alla regola del debito fossero pienamente spiegate”.