“La lunga crisi ha ridotto la presenza di esercizi commerciali in varie aree del territorio, a cominciare dai centri storici e dalle periferie delle città.In media, negli ultimi 5 anni, ogni giorno hanno aperto 114 imprese e 190 hanno chiuso, per un saldo giornaliero negativo di 76 attività”. Lo denuncia Massimo Vivoli, presidente di Confesercenti, enunciando la sua relazione nel corso dell’Assemblea annuale della confederazione. “E ora a rischio il pluralismo distributivo italiano, una ricchezza per il Paese, e non solo. I piccoli negozi infatti spiega Vivoli – rappresentano da sempre vere e proprie cinture di sicurezza, ancore di protezione sociale. Costituiscono un presidio urbano costante nel territorio, contribuendo a rendere le strade più sicure e protette dal degrado urbano, dal disagio sociale e dalla criminalità. La perdita di attività commerciali nei centri urbani avanza quasi inesorabile: nel 2016 si stimano in Italia oltre 650mila locali commerciali sfitti. Per agevolare il ripopolamento di botteghe tiene a ribadire il presidente – Confesercenti propone un meccanismo ’combinato’ per riportare i negozi nella città: una norma che permetta di introdurre canoni concordati e cedolare secca anche per gli affitti di locali commerciali”.
M.