“Come era scontato, l’esperienza del mio governo finisce qui: domani pomeriggio riunirò il Consiglio dei ministri, poi andrò al Quirinale a rassegnare le dimissioni. Io ho perso, nella politica italiana non perde mai nessuno. Non vincono, ma non perde mai nessuno. Ma io sono diverso, ho perso, lo dico a voce alta anche se con il nodo in gola, perché non siamo robot. E ormai notte quando, non senza commozione, il premier Matteo Renzi in diretta da Palazzo Chigi annuncia la fine dei suoi mille giorni da presidente del Consiglio. La sonora sconfitta del referendum (con il 59,11% dei votanti schieratisi per il No, ed ilk 40,89% per il Sì), daltra parte non lasciava alternative. Appare come un uomo solo il premier mentre, dalla sala dei Galeoni, sotto lo sguardo compassionevole della moglie Agnese, Renzi riassume brevemente loperato dellesecutivo sotto il suo mandato, e sfida chi concorre a sostituirlo a fare altrettanto: : “Il No ha vinto in modo straordinariamente netto. Congratulazioni. Ora tocca al No fare le proposte, serie e credibili, a partire dalla legge elettorale. Vado via senza rimpianti – ha aggiunto il premier dopo aver ringraziato i suoi cari e gli elettori, come lui delusi – Un giorno torneremo a vincere”. I tempi potrebbero essere anche più stretti del previsto (già stamane Renzi è salito al Colle dove si è intrattentuoa per oltre un’ora con il Presidente) e, nel pomeriggio, il Cdm con, a seguire, le dimissioni formali del governo. Ora lattenzione è spostata su chi, dellattuale governo, sarà incaricato dal Presidente Mattarella a traghettare il Paese verso le elezioni, che arriveranno dopo le ultime votazioni del bilancio e, su tutto, allindomani di una nuova legge elettorale condivisa fra tutti gli schieramenti politici. Per quanto riguarda Renzi, che rimane comunque il segretario Pd, per lui cè il ritorno a largo del Nazareno, dove martedì è stata già convocata la Direzione del partito. “Se la giocherà, c’è ancora tanta tela da tessere”, ha assicurato un big del Pd lasciando il Nazareno, dove tutti i dirigenti si sono ritrovati per valutare il post voto, con l’eccezione dei bersaniani.
M.