Esauditi gli interrogativi circa il buon esito del G20 cinese, i media hanno poi virato verso le faccende di casa: “La data del referendum seguirà le disposizioni di legge”. A Matteo Renzi non è restato altro che rispondere seguendo il protocollo. Dunque, per la scelta del giorno del voto “siamo in linea con i tempi. Nei prossimi giorni, ascoltando i soggetti interessati, il Cdm fisserà la data che ragionevolmente sarà nei tempi già previsti”, ha spiegato il Renzi dopo che la ministra Maria Elena Boschi aveva definito il perimetro della consultazione tra fine novembre e i primi di dicembre. Tuttavia il premier vuol evitare a tutti i costi la ’riffa’ a proposito del giorno in cui gli italiani saranno chiamati a dire si’ o no al Dd Boschi. “Abbiamo parlato a lungo di personalizzazione referendaria e abbiamo detto che è un errore farlo. Ora speravo si arrivasse alla discussione sul contenuto -spiega-. La data seguirà le disposizioni di legge, ma se dedicheremo al merito del referendum lo stesso tempo che dedichiamo alla personalizzazione avremo fatto un servizio al Paese. Non parlo più di me, perché il referendum riguarda il futuro del Paese non quello di un singolo”, ha poi tenuto a sottolineare il presidente del Consiglio, anticipando con ancora più decisione il suo impegno per il si’. “Nei prossimo giorni ho in programma un giro per le feste dell’Unità. Un viaggio in Italia (come lo ha definito attraverso la sua e-news) per parlare soprattutto di Casa Italia, lavoro e referendum” che prevede le feste dell’Unità di Reggio Emilia, Firenze, Catania, Modena e Bologna. Mentre specificatamente al referendum saranno dedicate le iniziative in programma venerdì sera, 9 settembre, a Lecce e lunedì prossimo in Campania. “Per il Cdm c’e’ tempo fino al 13 ottobre. Ogni giorno che passa vengono meno gli alibi di chi mi accusava di personalizzare il quesito. Adesso che non ci sono più veli e incomprensioni, entriamo nel merito. E chiediamo agli italiani se vogliono cambiare o se preferiscono che tutto resti immobile”.
M.