‘I PIÙ GRANDI CONSERVATORI VOGLIONO VOTARE NO’. IL MINISTRO DELLE RIFORME TORNA A PARLARE DELL’IMMINENTE REFERENDUM: ‘UN’OCCASIONE IRRIPETIBILE PER CAMBIARE IL PAESE’

“Il messaggio da mandare è molto semplice e chiaro: chi vota ’no’ lascia cose come stanno, chi vota ’sì’ decide di cambiare il Paese in un Paese più stabile ed efficiente. Ha interesse a votare no chi sta bene ed è contento così. I più grandi conservatori, che pensano meno a chi ha bisogno, vogliono votare no. Ma se non stai bene e vuoi cambiare la tua posizione, non puoi accontentarti dell’esistente, ti serve sistema nuovo. C’è solo un modo: votare sì al referendum”. Da Napoli, dove si trova per un incontro organizzato dal comitato per il sì, il ministro delle riforme Maria Elena Boschi, esterna il suo pensiero rispetto all’imminente referendum, denunciando di trovare “singolare sentire tanti che si lamentano perché vorrebbero un paese con meno pubblica amministrazione, in cui sia più semplice trovare lavoro, ma che poi vogliono votare per la conservazione, per restare nella stessa situazione degli ultimi settant’anni”. Perché secondo la Boschi, questa è “una riforma che porta l’Italia nel futuro. Con questo referendum padri e madri costituenti saranno tutti i cittadini. E’ una sfida troppo importante per poi lamentarsi il giorno dopo – ha aggiunto il ministro – il nostro impegno dev’essere raccontare il nostro lavoro, informare e convincere più persone possibili a dare questa opportunità in più al nostro paese. C’è tanta strada da fare, per questo il referendum è una tappa fondamentale per affrontare gli altri cambiamenti. Se lasciamo le cose così come stanno difficilmente avremo un’altra occasione per cambiare il paese”. Poi il ministro per le Riforme tiene a precisare una questione: “Ho sentito in tv un giornalista importante, molto ascoltato da una parte dei cittadini, Marco Travaglio, che ha detto una cosa semplice sulle nostre riforme: se passano, ci vogliono molte più firme per fare i referendum abrogativi e togliamo uno strumento di democrazia diretta. Non è vero. Se la riforma passa – ha tenuto a spiegare – rimane il referendum abrogativo così com’è, chi vuole ha gli stessi strumenti che ha oggi. Accanto a questo ne aggiungiamo un altro, che garantisce, raccogliendo più firme, 800mila, un quorum molto più basso perché si basa sul numero di votanti alle ultime elezioni politiche. Rende più facile lo strumento del referendum”. Infine, secondo la Boschi “su questi punti dobbiamo essere in grado di dire la verità quando si dicono cose non corrette”.

M.