Ha più volte giurato che non lo avrebbe fatto con lintenzione di uccidere qualcuno, ma ha ammesso di aver svitato lui il tubo del gas in cucina. La cronaca ci racconta poi che a questo gesto folle e scriteriato è seguita una terribile deflagrazione che, la mattina di domenica 12 giugno, ha divelto l’esplosione che la mattina di domenica 12 giugno ha distrutto alcuni appartamenti della palazzina di Via Brioschi, periferia Sud di Milano, uccidendo la sua compagna, Micaela Masella, e la coppia di fidanzati vicini di casa, Riccardo Maglianesi e Chiara Magnamassa. Dunque ha infine confessato Giuseppe Pellicanò, in carcere da venerdì scorso conl’accusa di strage. Luomo, interrogato nel carcere di San Vittore dal gip di Milano, Giuseppina Barbara, ha raccontato che non accettava l’idea che la compagna volesse lasciarlo per andare a vivere col nuovo fidanzato. Così, nella notte, obnuibilato da mille pensieri negativi, ha manomesso il tubo del gas. “Ma non volevo uccidere nessuno, né Micaela né le mie figlie”, ha insistito Pellicanò. Dichiarazioni fatte mettere a verbale nellinterrogatorio di garanzia dal suo legale, Giorgio Perroni. Pellicanò, secondo il gip, avrebbe “un’azione volontaria deliberata”, con lo scopo di porre fine alle sue vicende, in particolare “a una separazione che non accettava” dalla compagna. Per il gip, inoltre, dalle parole dell’uomo emerge “una totale assenza di empatia nei confronti delle vittime”. Come in ’fotogrammi’ Pellicanò ha riferito di essere stato sotto effetto di psicofarmaci, di essersi svegliato, alzato, di aver preso le pinze e svitato il tubo del gas. Poi è tornato a dormire e “mi sono risvegliato in tribunale”, avrebbe detto.