Atmosfere inquisitorie e odore dincenso ammantano alcuni corridoi vaticani dove, fino a rimbalzare fra le antiche scale a spirale di pietra, qualcuno ha lanciato lanatema: “Papa Francesco è eretico”. Unaccusa non da poco, per giunta resa pubblica, che certo davvero non giova allimmagine di una Chiesa al cui interno, tra fermenti rinnovatori e canoni conservatori, pesa ogni giorno più lincapacità di saper stare al passo coi tempi ponendosi come punto di riferimento sociale e morale, oltre che spirituale. Ma evidentemente qualcuno è convinto delle proprie opinioni anzi, sono addirittura 62 tra sacerdoti e studiosi cattolici – con una lettera di 25 pagine, ad accusare Bergoglio di aver pronunciato ben 7 eresie. Nello specifico, ad animare questa autorevole denuncia, alcuni passaggi di Amoris laetitia, l’esortazione apostolica sulla famiglia, attraverso la quale il Pontefice ha sostanzialmente aperto ai divorziati, concedendo ai risposati di accedere ai sacramenti. Come spiegano i firmatari, “Tutte queste proposizioni contraddicono verità divinamente rivelate che i cattolici devono credere con assenso di fede divina. Esse sono state già identificate come eresie nella petizione riguardante Amoris laetitia che fu inviata da 45 studiosi cattolici ai Cardinali e ai Patriarchi delle Chiese Orientali. È necessario per il bene delle anime che esse siano ancora una volta condannate dallautorità della Chiesa”. Dunque, evidenziano i firmatari, “parole, atti e omissioni”, Francesco avrebbe dunque “causato grande e imminente pericolo per le anime”. Ma vediamo nello specifico quali sono le 7 presunte false affermazioni di cui è accusato Papa Francesco? Il testo della lettera le contiene enunciate anche in latino. 1) Una persona giustificata non ha la forza con la grazia di Dio di adempiere i comandamenti oggettivi della legge divina, come se alcuni dei comandamenti fossero impossibili da osservare per colui che è giustificato; o come se la grazia di Dio, producendo la giustificazione in un individuo, non producesse invariabilmente e di sua natura la conversione da ogni peccato grave, o che non fosse sufficiente alla conversione da ogni peccato grave. 2) I cristiani che hanno ottenuto il divorzio civile dal coniuge con il quale erano validamente sposati e hanno contratto un matrimonio civile con unaltra persona (mentre il coniuge era in vita); i quali vivono more uxorio con il loro partner civile e hanno scelto di rimanere in questo stato con piena consapevolezza della natura della loro azione e con il pieno consenso della volontà di rimanere in questo stato, non sono necessariamente nello stato di peccato mortale, possono ricevere la grazia santificante e crescere nella carità. 3) Un cristiano può avere la piena conoscenza di una legge divina e volontariamente può scegliere di violarla in una materia grave, ma non essere in stato di peccato mortale come risultato di quellazione. 4) Una persona, mentre obbedisce alla legge divina, può peccare contro Dio in virtù di quella stessa obbedienza. 5) La coscienza può giudicare veramente e correttamente che talvolta gli atti sessuali tra persone che hanno contratto tra loro matrimonio civile, quantunque uno dei due o entrambi siano sacramentalmente sposati con unaltra persona, sono moralmente buoni, richiesti o comandati da Dio. 6) I principi morali e le verità morali contenute nella Divina Rivelazione e nella legge naturale non includono proibizioni negative che vietano assolutamente particolari generi di azioni che per il loro oggetto sono sempre gravemente illecite. 7) Nostro Signore Gesù Cristo vuole che la Chiesa abbandoni la sua perenne disciplina di rifiutare lEucaristia ai divorziati risposati e di rifiutare lassoluzione ai divorziati risposati che non manifestano la contrizione per il loro stato di vita e un fermo proposito di emendarsi.
M.