“Non commentiamo sui documenti programmatici di bilancio. Comunque,l’Italia non è tra i Paesi dai quali abbiamo ricevuto i Dpb”. Incontrando i media a Bruxelles, Mina Andreeva, vice portavoce capo della Commissione europea, ha tenuto a sottolineare che i documenti programmatici di bilancio avrebbero dovuto essere consegnati alla Commissione entro il 15 ottobre, ma l’Ecofin ha deciso, per motivi di calendario, di estendere il termine fino all’intera giornata di oggi, 17 ottobre. E, ad oggi, solo nove Paesi (Spagna, Francia, Cipro, Lettonia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Austria, Slovacchia e Finlandia), hanno trasmesso alla Commissione i propri ’draft budgetary plans’ per il 2017. Tuttavia, al momento fonti Ue non commentano i numeri previsti nel documento programmatico di bilancio (“Non abbiamo ancora ricevuto il documento. Finora non abbiamo niente”, dicono), ma è chiaro che la Commissione non è entusiasta della scelta del governo italiano di portare il deficit dal 2 al 2,3%: “Il 2,3% non è l’1,8%. O no?”, rispondono. Ad ogni modo, precisano, la flessibilità per far fronte “a circostanze impreviste ed eccezionali è prevista dalle regole. All’interno delle regole le cose si possono fare”. Tuttavia, continuano, “non abbiamo ancora visto il Piano Casa nel dettaglio”, al pari del Dpb: “Una volta che avremo il piano, lo guarderemo”. In tutto ciò la Commissione, che decide collegialmente, per esprimere un parere sui conti italiani dovrà trovare una sintesi anche al suo interno, semplificando molto tra la linea più ’aperturista’ espressa dal commissario, francese e socialista, Pierre Moscovici (il quale però sottolinea sempre che la soluzione va trovata all’interno delle regole), e la maggiore prudenza del vicepresidente, lettone e del Ppe, Valdis Dombrovskis: “Una sintesi il collegio la trova sempre, statene certi”, spiegano le fonti. Come da prassi, presentati i documenti programmatici di bilancio, la Commissione europea ha tempo fino al 30 novembre per dare un proprio parere, che va trasmesso al Consiglio, il quale dovrebbe decidere entro l’8 dicembre (una riunione dell’Ecofin è in calendario per martedì 6 dicembre, preceduta dall’Eurogruppo lunedì 5, immediatamente dopo il referendum costituzionale del 4 dicembre). Prima del 30 novembre, entro il 9, la Commissione dovrebbe diffondere le proprie previsioni economiche, sulla base delle quali verrà formulato il giudizio sulle bozze di bilancio preparate dagli Stati. Da un punto di vista politico, vista anche lincidenza del referendum del 4 dicembre, appare sensato presumere che il governo italiano e la Commissione presieduta da Jean-Claude Juncker abbiano entrambi interesse a trovare un accordo, o almeno un terreno comune: “Non abbiamo interesse a far degenerare la situazione (to escalate things, ndr), non ce n’è bisogno”, spiegano infine le fonti.