“Conosco solo su una regola, abbassare le tasse. Non conosco altra regole. In tanti l’hanno detto ma poi nessuno l’ha fatto. Sul lavoro continuiamo ad abbassare le tasse, l’anno prossimo portiamo l’Ires al 24% e portiamo al 24% anche l’Iri per le società di persone. E sugli autonomi ci sarà un intervento per dare certezze ai giovani”. Nel suo consueto appuntamento radiofonico con il network Rtl 102.5, Matteo Renzi annuncia i futuri impegni del governo in tema fiscale: “Penso ci sarà un segno positivo per il Pil, perché secondo l’Istat è aumentato il dato per i servizi. Il problema dell’Italia non è lo zero virgola, ma se il Paese torna a investire nel futuro. A me interessa che l’Italia riparta”. Quindi, in ordine di importanza, il premier ha ripercorso i vari temi sul tavolo: “i bonus fiscali non li tocchiamo, non interveniamo per aumentare le tasse. Resta tutto com’è, dagli 80 euro agli altri interventi contabilizzati. Abbasseremo anche il canone Rai per il prossimo anno”. Renzi è tornato anche sullincontro la Angela Merkel circa la ricostruzione dopo il terribile terremoto che ha dilaniato il Centro Italia: “Il problema per quel che riguarda i soldi in Italia è quello di controllare: i soldi ci sono, per il dissesto, le bonifiche, i bonus antisismici, gli interventi di manutenzione. Se i soldi mancano si prendono, anche utilizzando tutte le flessibilità europee, perché ci sono più clausole, questo non mi preoccupa. Il punto chiave dice ancora il presidente del Consiglio – è controllare i soldi. L’ho detto alla Merkel: quei soldi ce li prendiamo, perché per la tutela della scuola dei miei figli non guardo in faccia a nessuno. Il sisma ha interessato quattro regioni, potevamo fare quattro commissari per accontentate tutti o farne uno che parla con tutti: Errani era commissario per l’Emilia, si è tirato su le maniche e ha tenuto botta, l’esperienza è fondamentale e lui è uno capace di sapere dove mettere le mani”. Poi il capo dellEsecutivo torna anche sul Referendum: “Non abbiamo pensato alla data del referendum, in questa settimana ho pensato a tutto meno che al referendum”. Sulle sue scelte in caso di una eventuale vittoria del no, il premier ha spiegato: “Ho già detto quello che dovevo dire, il referendum riguarda il futuro del Paese e io smetto di parlare del mio futuro, chi mi conosce sa cosa penso e cosa farò. Di me non parlo più”. Infine i giochi olimpici che potrebbero trasformarsi in Roma 2024: “Entro il 7 ottobre la Raggi deve decidere se firmare la lettera di impegno della città, sì o no. Se non la firma Roma è fuori, e credo che sarebbe un errore perché la mia impressione è che noi siamo in testa. Deve decidere lei precisa Renzi – ha vinto e deve decidere. Se è no vuole dire che nel 2028 candideremo un’altra città, ma io non farei mai un atto lesivo per l’autonomia di Roma”.
M.