In merito al rapimento avvenuto in Libia, il 19 luglio 2015, e alla morte dei nostri connazionali Salvatore Failla e Fausto Piano, oggi la Procura di Roma ha chiuso lindagine contestando il reato di cooperazione colposa nel delitto doloso, nei confronti di sei indagati, tra cui la stessa Bonatti, lazienda di Parma per i quali i due lavoravano. In sostanza, il pm Sergio Colaiocco sostiene che se la Bonatti avesse adottato idonee misure di sicurezza forse si sarebbe potuto evitare il sequestro. “Ogni volta che salta fuori una nuova notizia il dolore si rafforza ha commentato la signora Rosalba, vedova di Salvatore Failla – Ringrazio i magistrati, che stanno facendo un ottimo lavoro, ma le indagini per me sono a metà. Si sta lavorando solo su una parte di verità perché non è possibile solo indagare sulla ditta. Occorre svelare le responsabilità interne alle Istituzioni. Cosa ha fatto il governo per riportare a casa mio marito? aggiunge la donna – Credo che si stiano coprendo delle colpe istituzionali perchélo Stato è responsabile della morte di mio marito. Il governo sapeva dove era Salvo, l’ex premier ha autorizzato un bombardamento in quel posto incurante del fatto che la vita di mio marito era proprio nelle mani dello Stato italiano. Oggi provo una rabbia indescrivibile. Per otto mesi non ho perso la speranza di riabbracciarlo e invece lo Stato non ha fatto nulla per riportarlo a casa sano e salvo ha quindi concluso la signora Failla – Oggi sta emergendo una parte della verità, l’inizio della verità, ma questa parte non mi basta. Chi ha sbagliato deve pagare per la morte di mio marito”.
M.