Si è giustamente, e lungamente, discusso sulla pericolosità di quanti parlano al cellulare mentre guidano lauto, in strade trafficate da pedoni, ciclisti e scooteristi, con semafori rapidi a cambiare colore. Eppure, nellambito della discussione alla Commissione Trasporti della Camera, la ventilata e giustissima modifica dellarticolo 173 del CdS (che prevede appunto la sospensione della patente alla prima violazione per chi usa il telefonino al volante), è misteriosamente scomparsa dal provvedimento di modifica (DDL Camera 423 e abb.) del Cds. Tuttavia, il provvedimento DDL Camera 423 – in discussione – all’articolo 11 indica sì delle novità, ma molto limitate, come il raddoppio del periodo di sospensione della patente (prima previsto da 1 a 3 mesi) da 2 a 6 mesi ma, badate bene, sempre alla seconda violazione occorsa nei due anni, col raddoppio dei punti prelevati da 5 a 10. Unalternativa che solleva il disappunto di Giordano Bisemi, presidente dellAsaps – Francamente consideriamo la modifica assolutamente insufficiente, anzi inutile afferma Bisemi – La proposta di cui si era discusso nel dibattito primaverile in concomitanza con il compleanno della legge sullOmicidio stradale e con un peggioramento della sinistrosità mortale nei primi mesi del 2017, era chiara e ben illustrata da Riccardo Nencini, vice ministro ai Trasporti, in vari interventi pubblici e condivisa e sollecitata con forza dal direttore del Servizio Polizia Stradale Giuseppe Bisogno. Il dilagante utilizzo del cellulare alla guida, sia in fonia che in messaggistica e navigazione sul web, che produce una ciclopica forza distrattiva, va ostacolato seriamente e non si capisce il senso di questo provvedimento azzoppato e a questo punto inutile. La sospensione solo alla seconda violazione non produrrà effetti concreti, conclude quindi il presidente dellAsaps, lanciando lallarme: Facciamo un appello ai parlamentari per un ripensamento.
M.