‘PATTO MONDIALE PER LA MIGRAZIONE, E STOP ALLA NEGLIGENZA DI ALCUNI VERSO GLI ECOSISTEMI: È PRESUNTUOSO MANIPOLARE LE RISORSE DEL PIANETA’

    “Il dibattito sulla vulnerabilità causa divisioni a livello internazionale, quando si parla di migranti. Vulnerabile è chi sta in una situazione di inferiorità e non può difendersi, non ha mezzi, soffre una esclusione. Tutto questo lo rende vittima di violenze, di situazioni naturali o, ancora peggio, di indifferenza, di intolleranza e perfino di odio. E’ giunta l’ora di elaborare all’interno dell’Onu un Patto mondiale per la migrazione sicura, regolare e ordinata”. Parla diretto e senza fare troppi giri di parole Papa Francesco, intervenendo alla Fao, in occasione della ’Giornata mondiale dell’Alimentazione’, alla presenza dei ministri dell’Agricoltura dei Paesi del G7. La questione dei migranti, la povertà, spiega ancora il Pontefice, sono argomenti urgenti, ed “è giusto identificare le cause per agire con la competenza necessaria. Ma non è accettabile che, per evitare il compromesso, si tenda a trincerarsi dietro sofismi linguistici che non rendono onore alla diplomazia, riducendola dall’arte del possibile a un esercizio sterile per giustificare egoismi e inerzia. Tutti i giorni vediamo le conseguenze dei cambiamenti climatici – ha poi aggiunto Bergoglio, citando le ‘concause’ che influenzano ulteriormente la situazione – grazie alle conoscenze scientifiche, sappiamo come affrontare i problemi e la comunità internazionale ha elaborato anche gli strumenti giuridici necessari, come l’Accordo di Parigi sul clima da cui, per disgrazia, alcuni si stanno purtroppo allontanando”. Una sottolineatura che, inevitabilmente, ‘tocca’ da vicina anche la recente politica ambientalistica disattesa dall’amministrazione Trump, “Riappare la negligenza verso i delicati equilibri degli ecosistemi, la presunzione di manipolare e controllare le risorse limitate del pianeta. Pertanto, è necessario sforzarsi in favore di un consenso concreto e pratico, se si desidera evitare gli effetti più tragici che continueranno a ripercuotersi sulle persone più povere e indifese. Siamo chiamati a proporre un cambio nello stile di vita, nell’uso delle risorse, nei criteri di produzione e anche nel consumo che per quanto riguarda gli alimenti presenta un aumento delle perdite e degli sprechi. Non possiamo consolarci con il fatto che qualcun altro lo farà… Penso che questi siano i presupposti di qualunque discorso serio sulla sicurezza alimentare, in relazione con il fenomeno delle migrazioni. E’ chiaro – ha quindi concluso Francesco – che le guerre e i cambiamenti climatici provocano la fame: evitiamo di presentarla come un male incurabile”.
    M.