“Non esiste alcuna persecuzione nei confronti del Corpo delle Infermiere Volontarie. Si tratta di un semplice richiamo al rispetto dei regolamenti e delle normative vigenti, che si è purtroppo reso necessario perché qualcuno negli ultimi anni ha iniziato a usare in maniera impropria i gradi”. Così Francesco Rocca, presidente nazionale della Croce Rossa Italiana, cercando di gettare acqua sulla clamorosa polemica uscita stamane a proposito del ruolo delle crocerossine. E statalIspettrice nazionale del Corpo delle Infermiere Volontarie della Cri, Monica Dialuce, a denunciare attraverso un post chilometrico su Fb, le ragione della loro protesta, circa una “dolorosa realtà di vessazione che le Sorelle stanno subendo ad ogni livello, assieme al Corpo, quasi una vera persecuzione”, afferma lIspettrice, riferendosi a “un recente atto presidenziale” che “dispone la rimozione dei distintivi di grado nelle attività civili delle Sorelle. La poca ragionevolezza del provvedimento lascia un sapore amaro che fa pensare ad altro, quasi fosse una punizione. Non conosciamo la motivazione di questo provvedimento ha aggiunto ancora la Dialuce – In realtà non c’è un articolo specifico del regolamento che prevede che le ausiliarie non possano indossare i gradi quando non sono in attività ausiliaria alle forze armate”. Inoltre, si legge ancora nel post, “la pagina dedicata alle Crocerossine nel sito internet ufficiale della Cri nazionale non è gestita dalle Sorelle, rimanendo ad un non meglio specificato ’gestore’ ogni iniziativa di riempimento e diffusione dei messaggi, anche intervenendo sui messaggi tanto da farmi dire, senza poter essere smentita, che in quella sede non sono rappresentate liberamente le idee del Corpo e quindi non ci riconosciamo in ciò che altri pubblicano. Almeno ci sia riservato il diritto di esprimere ciò che siamo e crediamo con la nostra penna. Perché continuare a vessare le Sorelle con provvedimenti non fondamentali quando con dedizione ogni giorno svolgono i servizi che i Presidenti prevedono?”, si domanda e domanda l’Ispettrice Nazionale, sottolineando la sua convinta volontà di “riaffermare il nostro diritto a svolgere con serenità e dignità la nostra opera di Volontariato nell’Associazione più prestigiosa, la Croce Rossa Italiana”. Dialuce fa poi riferimento al recente e contestato emendamento alla riforma del Terzo Settore, precisando che “non è previsto alcun assoggettamento al ministero della Difesa. Non c’è nessun abbandono della casa Croce Rossa da parte dei Corpi Ausiliari, non c’è nessuna lesione del principio di Unità. Appare immediatamente impossibile che si verifichi l’assoggettamento dei Corpi Ausiliari Cri al Ministero della Difesa così come rivelato, peraltro in maniera superficiale. Non c’è mai stato un interesse del Dicastero in questo senso ed è mancata la consultazione che per prassi e per necessità precede queste iniziative di natura politica. Lo stesso strumento normativo non è parso essere adeguato. Leggendo il testo si palesa l’assoluta assenza di quei contenuti tanto drammaticamente diffusi”. E in tutto questo il ministero, spiega ancora, “propone la possibilità di sottoscrivere direttamente con i Corpi Ausiliari la convenzione di come questi ultimi debbano garantire l’ausilio alle Forze Armate, a fronte di un contributo economico appositamente versato annualmente alla Cri. Nulla di più”. Concludendo infine il suo sfogo ragionato, ed articolato, la Dialuce si augura che sia “giunto il momento di aprire le porte ad una collaborazione vera, concreta, fattiva, che ci sia data la possibilità di partecipare alla costruzione di questa casa comune di tutti i Volontari, che si abbandoni con effetto immediato la condotta delle imposizioni, soprattutto quelle provenienti da un Vertice che per sua natura dovrebbe essere sereno, equanime e privo di pregiudizi”. Uno sfogo-denuncia che, come dicevamo, deve aver imbarazzato e non poco Presidente nazionale della Croce Rossa Italiana, che poi aggiunto ai cronisti: Le dichiarazioni di Dialuce “verranno discusse nelle sedi opportune”, preannuncia Rocca. “Siamo in presenza di attacchi strumentali alla Croce Rossa tutta, dettati dal personalismo dellIspettrice nazionale del Corpo e volti a deviare lattenzione dalla sua inadeguata gestione e dalle critiche rivolte da più parti alla sua persona. Il tema allordine del giorno – aggiunge Rocca – è molto più complesso: negli ultimi anni cè stato un fortissimo calo delle vocazioni e un eccesso di militarizzazione da parte dellattuale Ispettrice che nulla ha a che vedere con le tradizione dellausiliarietà che da sempre vede in prima linea la Croce Rossa. E fin troppo chiaro che il provvedimento appena emesso sui gradi delle Infermiere Volontarie, ben lungi dallessere un attacco alla dignità del Corpo, è un semplice richiamo al rispetto dei regolamenti e delle normative vigenti, che si è purtroppo reso necessario perché qualcuno negli ultimi anni ha iniziato a usare in maniera impropria i gradi. Nello specifico, va spiegato che i gradi delle Infermiere Volontarie non sono equiparati a quelli dellEsercito, ma semplicemente assimilati e funzionali al solo contesto dellespletamento dei compiti ausiliari alle Forze armate e quindi non nella quotidianità. La Croce Rossa Italiana tutta è unita indissolubilmente al Corpo delle Infermiere Volontarie che sono parte integrante dellAssociazione.