‘CON L’AFFERMAZIONE DEL NO SI AVREBBE UN PO’ DI TURBOLENZA SU MERCATI, MA SAREBBERO LE BANCHE A SUBIRE MAGGIORI DIFFICOLTÀ’, ANALIZZA IL CAPO ECONOMISTA EMEA DI S&P

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    “L’ultima cosa di cui si ha bisogno è una crisi politica in Italia. La vittoria del no porterebbe un po’ di turbolenza sui mercati. Dal punto di vista politico ci aspetteremmo un governo tecnico che traghetti verso nuove elezioni anche perché potrebbe durare a lungo prima di arrivare a nuove elezioni. La differenza rispetto al 2010 e’ che abbiamo sopra la testa l’ombrello nucleare dell’Omt, il “what ever it takes” di Draghi e per questo non dobbiamo aspettarci una ripetizione del 2010″. Intervenendo in occasione dell’evento corporate in corso a Milano, Jean-Michel Six, capo economista Emea di S&P, ha commentato così l’eventuale affermazione del ’no’ al referendum che, a suo giudizio, comporterebbe serie difficoltà maggiormente  a carico delle banche. E rispetto al programma di Qe, il capo economista Emea di S&P, ravvisa la possibilità che venga esteso alla fine del 2017 e, circa il quantum, questo dipenderà “da due fattori fondamentali, che sono la crescita e l’inflazione”. In relazione a ciò potrebbe poi essere vai via diminuito. Secondo l’esperto economista  “Quello che preoccupa i mercati sono le banche e la situazione degli Npl. La vittoria del no potrebbe ritardare la soluzione di questi problemi ancora di più, perché l’attenzione si sposterebbe sulla politica più che sulle questioni finanziarie”.

    M.